Credo davvero che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate.

(Diane Arbus, fotografa)

Molti appassionati di fotografia maturi hanno cominciato la loro esperienza in un mondo analogico, fatto di vecchie macchine che utilizzavano la pellicola. Un tempo in cui era impossibile avere l’immediata visualizzazione di quanto scattato ? ed il risultato finale si vedeva solo una volta sviluppato il rullino.

Questi “pionieri” hanno spesso molto materiale ancora su negativi o diapositive.

Perché quindi, attraverso le possibilità del digitale, non dare nuova vita a queste immagini del passato?

Esistono due modi di convertire il materiale analogico, uno semplice e dai risultati alterni e uno ottimo ma che è ovviamente abbastanza complesso…ma cosa ci staremmo qui a fare noi se non per spiegarvi tutto per filo e per segno? ?

convertire velocemente negativi in digitale

Soluzione n.1:

Utilizzare uno scanner!

Il problema dello scanner è riassumibile semplicemente nel fatto che serve un prodotto dedicato a questo tipo di utilizzo (e quindi molto costoso).

Scordatevi di avere risultati soddisfacenti se usate lo scanner della stampante. Inoltre per avere una definizione dell’immagine tale da consentire di lavorarla in post-produzione, è necessario impostare l’acquisizione su alte risoluzioni.

E quindi aspettare parecchi minuti per ogni foto.

E quindi, se abbiamo tanto materiale, vuol dire che invecchieremo davanti allo scanner…..

Però come detto esiste il nostro bellissimo blog che vi può spiegare

la soluzione 2!

Rullo di tamburi…..

Se avete un obiettivo macro e un visore per diapositive (oppure riuscite a costruirvi un’alternativa semplice che vi spiegheremo) potrete rifotografare il vostro materiale con eccellenti risultati ma in molto meno tempo. Preparato il “set” farete in un lampo!

Noi abbiamo utilizzato un vecchio visore per diapositive. Se non ne avete uno potete realizzare un effetto simile procurandovi un pezzo di plastica bianca opaca e mettendo in quel caso il flash sotto di esso, in modo tale che illumini dal basso verso l’alto come nel disegno.

dettaglio sulla diapositive
macchina fotografica per rifotografare le diapositive

Per avere il massimo della nitidezza suggeriamo di impostare un diaframma f8. Sfruttando la luce del visore non andremo ad alzare gli iso eccessivamente (perché? Per evitare il rumore come vi spieghiamo in questo articolo) e avremo dei tempi di scatto lunghi.

Come vi abbiamo spiegato in altri articoli del blog il problema coi tempi lunghi sono le microvibrazioni prodotte dallo specchio quando si alza e si abbassa, ovvero il micromosso. Se si verifica diventa vana la ricerca di nitidezza che ci permette il diaframma medio. Quindi, se la vostra fotocamera lo consente, meglio attivare il ribaltamento dello specchio: quando premiamo il pulsante di scatto la prima volta lo specchio si solleva. Si aspetta qualche secondo che si smorzino le vibrazioni e …. poi premiamo una seconda volta per lo scatto.

Per questo genere di foto è assolutamente essenziale usare il cavalletto e lo scatto remoto.

Se utilizziamo come fonte di illuminazione il flash abbiamo molti vantaggi: riusciamo ad avere tempi di scatto veloci (nell’ordine di 1/125 – 1/250 verificando il sincro flash della tua fotocamera) anche con diaframmi medi come f8. Inoltre si possono tenere gli iso bassi alzando semplicemente la potenza del flash.

Dite sì al flash e ai tempi veloci, dite no al micromosso ? Inoltre – chicca per i più attenti di voi – col flash non ci dovrebbero essere dominanti di colore, che potrebbero originarsi dalle altre luci che si mescolano con la luce del visore.

 

Convertire Negativo In Digitale 002

Con la tecnica descritta possiamo rifotografare sia diapositive che negativi. Per questi ultimi dobbiamo avere un pezzo di vetro – può essere benissimo quello di una cornice per le foto – che serve esclusivamente per tenere il negativo perfettamente orizzontale e avere tutto il fotogramma a fuoco.

Ecco il video per capire come convertire un negativo digitale in una foto a colori tramite Photoshop:

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con la preziosa collaborazione di Fabrizio Sambugar
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